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Cosa si intende per demansionamento?

Il demansionamento è la condotta del datore di lavoro che priva delle mansioni che caratterizzano il profilo professionale riconosciuto al lavoratore nel contratto.
E’ un atto che normalmente viene utilizzato all’interno delle pratiche di mobbing dal momento che il lavoratore viene ad essere deprezzato professionalmente. Tuttavia la semplice assegnazione a mansioni inferiori non è di per se sufficiente a consentire di ritenere sussistente una ipotesi di mobbing che – per definizione – prevede una pluralità di atti che – intesi nel loro complesso – diventano lesivi della dignità umana e professionale del lavoratore.
Il lavoratore può agire in tribunale, con una causa di lavoro, e chiedere il riconoscimento della qualifica corretta, nonché, quando il demansionamento presenta una gravità tale da impedire la prosecuzione del rapporto di lavoro – anche provvisoria – recedere dal contratto per giusta causa.
Il ricorso al giudice del lavoro costituisce lo strumento per accertare la violazione del divieto di demansionamento. Accertata la violazione, il giudice può disporre a tutela del lavoratore:

  • la condanna del datore di lavoro alla reintegra del lavoratore nella posizione precedente o in una equivalente;
  • la condanna al risarcimento del danno patrimoniale.

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