Ho necessità di demandare l’esecuzione di alcuni servizi informatici ad un soggetto esterno all’azienda, che tipo di contratto devo fare?

Può essere predisposto un contratto di outsourcing che consente all’utente (l’azienda) di trasferire ad un outsourcer (fornitore esterno) l’esecuzione di quelle attività (es. i servizi informatici) quando queste risultano troppo onerose per essere gestite proficuamente all’interno dell’azienda stessa.
La decisione dell’azienda di ricorrere all’outsourcing, permette alla stessa di concentrare, ottimizzandole, tutte le risorse su ciò che sa fare meglio, trasferendo a fornitori opportunamente selezionati attività non determinanti per il raggiungimento di vantaggi competitivi. Pertanto la strategia aziendale insita nel contratto di outsourcing è quella di agevolare il miglioramento teconologico e professionale di alcuni servizi aziendali, considerati estranei al c.d. core business.
E’ un contratto atipico, cioè non espressamente regolato dalla legge e dal Codice Civile. L’assenza di un’espressa disciplina codicistica ha comportato la difficoltà di individuare la disciplina applicabile. Per questo particolarmente delicata è la stesura del testo contrattuale per eliminare, o quanto meno ridurre al massimo i possibili contrasti interpretativi. Gli schemi tipici più frequntamente richiamati per disciplinare il contratto di outsourcing sono il contratto di appalto (art. 1655 c.c., in base al quale una parte assume, con l’organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio verso corrispettivo in denaro), il contratto d’opera (art. 2222 c.c. un soggetto, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente, si impegna dietro corrispettivo a svolgere un’opera o un servizio), il contratto di sub fornitura (un’impersa committente affida in tutto o in parte la propria produzione di beni o servizi).